BISOGNO DI PATERNITA’ a cura di Monica Rebuffo

Cominciamo col dire che il ruolo paterno è cambiato nel tempo: l’autoritarismo ha perso di legittimità.

È finita l’epoca dei padri – padroni, oggi i padri sono alla ricerca di una relazione più serena e intima con i propri figli, che però non deve perdere di autorevolezza.

Fino al secolo scorso, i padri giocavano un ruolo educativo attraverso i comandi e le punizioni, e questo spesso suscitava nei bambini un sentimento di paura e di lontananza affettiva.

Oggi però, si è passati all’estremo opposto. Trascorsa l’epoca dei padri, siamo passati all’epoca dei figli, caratterizzata da un eccesso di cura, di ansia, di preoccupazione rispetto al benessere e, fondamentalmente, da una rinuncia da parte dei genitori al loro ruolo educativo, in particolare quello paterno.

Il cucciolo dell’uomo, rispetto ad altre specie, ha bisogno di un accudimento decisamente maggiore, che dura per buona parte dell’infanzia e necessita di un codice materno predominante che nutre, si prende cura, custodisce e protegge. Crescendo però è necessario che il ruolo del codice materno diminuisca e man mano aumenti quello paterno. Pertanto le mamme continueranno ad esercitare proficuamente il loro amore, solo se riusciranno a farsi un po’ da parte, a vantaggio del padre. Questo, produrrà serenità e autonomia nei propri figli.

Anche il padre nell’infanzia, ha un ruolo importante, ma meno definito. Inizialmente ha il compito di sostenere la madre e andando avanti di aiutare i figli a sviluppare le proprie autonomie.

Ma il vero trionfo del padre, lo abbiamo in adolescenza. In quel momento, aiuta i figli ad uscire dall’infanzia e a prepararsi all’età adulta. Quindi, la funzione essenziale che svolge, è quella di mettersi tra la madre e i figli e di consentire e facilitare la separazione e il taglio del cordone ombelicale.  Senza questa funzione non è possibile crescere e là dove manca, la crescita dei bambini e dei ragazzi può essere compromessa.

Spesso i padri di oggi faticano ad accettare un ruolo di contenimento, di argine, che chiaramente provoca conflitti coi figli; vogliono essere amici. Ma se non si mantiene una giusta distanza dai figli, che non è affettiva ma educativa, non si riesce a consegnare un’eredità, a donare il segreto prezioso del vivere, a sostenere quell’elemento conflittuale che permette ai figli di tirare fuori tutte le loro risorse e di farcela.

Il padre oggi ha a disposizione strumenti più raffinati degli ordini e delle punizioni, ad esempio le regole e il coraggio del confronto, che può diventare anche conflitto.

Occorre un padre che sappia comunicare che la regola non è un impedimento, ma la definizione dello spazio in cui potersi muovere liberamente. Se la regola è chiara, adeguata e contestuale e, dagli 11 anni, anche negoziata, sarà uno strumento prezioso per aiutare i figli a diventare autonomi e responsabili.  È il padre che accompagna nelle scoperte, che recupera i figli quando cadono, che li rimette in piedi. Il padre sta accanto senza sostituirsi, permettendo l’esperienza e la sperimentazione, anche fino al fallimento, quando è necessario.

Il compito paterno è prevalentemente regolativo. Il “no” resistente del padre in adolescenza è fondamentale per il figlio. Per poter uscire dalla tentazione del risucchio dell’infanzia, l’adolescente ha bisogno della “resistenza” del padre, che lo conduce a vedere oltre e a saltare lo steccato per trovare la propria strada.

Ai nostri figli, non dobbiamo dare solo amore generalizzato, ma dobbiamo dare ciò di cui hanno bisogno per crescere e diventare autonomi.

Nell’adolescenza, sia i maschi che le femmine, hanno bisogno di misurarsi col tema del confronto e del limite (la regola) e di imparare a vivere e a superare i conflitti. Se non troveranno questo argine in famiglia, a scuola, nello sport, in oratorio, si disperderanno e non riusciranno a tirare fuori i propri talenti e la propria individualità.

Ecco perché della paternità ce n’è un gran bisogno, proprio come della maternità!

Sono le due facce della stessa medaglia, le due parti speculari della mela; hanno bisogno l’una dell’altra per completarsi e fornire ai propri figli la compiutezza dell’accompagnamento educativo, conducendoli così verso una sana ed equilibrata adultità.