Nelle famiglie disfunzionali, gli adolescenti esprimono in genere due modalità opposte di vivere le relazioni familiari. Da un lato possono arrivare a separarsi dai propri genitori bruscamente, scappando di casa o facendosi cacciare, oppure possono rimanere invischiati definitivamente nel sistema familiare. In questa tipo di situazione familiare, gli adolescenti possono assumere: 1) il ruolo di salvatori, diventando i responsabili degli altri membri della famiglia; 2) il ruolo di vittime, lamentandosi per la loro impossibilità di diventare autonomi; 3) il ruolo di persecutori, accusando e provocando i genitori che per la loro incapacità, li hanno resi infelici e non autonomi.
I problemi ed i comportamenti sostitutivi che possono sorgere nel corso dell’adolescenza sono:
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Ricerca disperata di relazioni o di cose per riempire il vuoto che si avverte … questo può portare all’abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti
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Rifiuto di accettare modelli di comportamento comune … ribellione esasperata per affermare la propria identità ed esprimere la propria sofferenza
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Ostentazione della propria differenza … per esempio nel modo di vestirsi
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Dipendenza, o al contrario, isolamento dagli altri … nelle relazioni amicali e sentimentali
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Relazioni di dipendenza simbiotica … nelle quali si perde il senso di identità
Quando come genitori di un adolescente, ci troviamo impantanati nei passaggi sopra elencati, cerchiamo di non andare nel panico e di non cominciare ad elargire colpe a destra e a sinistra. Tutto questo non serve a niente, se non a perdere del tempo e a perdere energie preziose da mettere in campo per i nostri ragazzi. Nonostante i nostri errori, noi non siamo comunque responsabili del comportamento e delle scelte dei nostri figli. Il fatto che nessuno sia responsabile del comportamento altrui è una cosa difficile da accettare nell’immaginario comune. Lasciare ad ognuno la responsabilità dei propri comportamenti può sembrare una cosa spaventosa, eppure questo atteggiamento risulta essere l’unico in grado di costruire la base per un cambiamento. Al contrario, farsi carico delle responsabilità dell’altro, può essere deresponsabilizzante, può scoraggiare l’iniziativa personale, ed incoraggiare, invece, comportamenti distruttivi, in quanto implica che l’altro è incapace di pensare a se stesso. Questo passo iniziale deve essere accompagnato e sostenuto da messaggi affettivi positivi e critici positivi. Diventa così indispensabile, ripartire da se stessi e dall’ascolto del figlio, che evidentemente, attraverso questi comportamenti, ci sta comunicando che qualcosa può non avere funzionato.
A ugurio per tutti i genitori
Sentirsi dire dal proprio figlio:
“MI PIACE COME ASCOLTI. FAI VENIRE VOGLIA DI PARLARE”